I granduchi di Soldonia by Antonio. Caprarica

I granduchi di Soldonia by Antonio. Caprarica

autore:Antonio. Caprarica [Caprarica, Antonio.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788820047955
Amazon: 8820047950
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2009-08-15T00:00:00+00:00


Quando i diamanti finiscono in sinagoga

Se qualcuno ha dei dubbi si affacci alla vetrine di Jewellery Theatre, nella parte più chic di Kutuzovskij Prospekt. Tappezzate di panno nero, come un palcoscenico, ospitano infatti una elaborata messa in scena, con giochi di luce e colonna musicale. I ruoli principali sono affidati a una collezione d'avanguardia di monili di perle e diamanti, di una bellezza così rarefatta e aliena da giustificare il richiamo dei creatori al mondo magico de Il Maestro e Margherita, il capolavoro di Mikhail Bulgakov. «Oggi, siamo meno un'impresa commerciale che un'organizzazione culturale ed educativa», si vanta Maxim Voznesensky, che ha fondato nel '98 Jewellery Theatre assieme a Irina Dorofeeva. Ambizioni realizzate grazie ai prezzi da capogiro dell'«impresa commerciale».

Più che giustificati, peraltro. Da una sola collezione di questi geniali gioiellieri, eredi della grande tradizione pre-rivoluzionaria dei Fabergé, Bolin, Ovcinnikov, si ricava un'intera lezione di storia dell'arte. Karen Kettering, che dirige il dipartimento dell'arte russa da Sotheby's a New York, ammira un favoloso pendente di perle sul sito web di Jewellery Theatre, una croce di tipo bizantino, ed esclama: «Viene dritta dritta dalla tradizione artistica di Bisanzio. E del resto è logico, visto che i russi sono gli eredi più autentici di quella cultura, dopo la caduta di Costantinopoli sotto il dominio degli Ottomani».64 Non c'è bisogno di essere così colti per apprezzare gli smalti di Lobortas & Karpova, pura Art Nouveau russa, dicono gli intenditori. O i mastodontici anelli disegnati dall'espatriato armeno Jirayr Gyurjyan, quarzi e topazi grossi quanto noci incastonati in autentiche cattedrali di oro rosso. Misura 500 carati il topazio che un'altra designer, Lena Sklyut, bielorussa trasferita a New York, ha messo al centro di un magnifico braccialetto venduto a Mosca: «È buffo. Molti americani che vedono i miei pezzi dicono che ai russi piaceranno senz'altro perché sono così grandi. E a Mosca, invece, i russi pensavano che fosse gioielleria americana, perché sono loro, gli statunitensi, ad adorare tutto quello che è grande: grandi case, grandi macchine».65

Dal '91 a oggi sembrano tornati, e anzi largamente superati, i fasti zaristi. In Russia sono nate oltre 3500 fabbriche di gioielli e 20.000 società per il commercio dei preziosi. Il boom del più appariscente simbolo di status per i ricchi ha prodotto ovviamente altri super-ricchi. Non sorprendentemente, in un Paese ricco di cultura e genialità nell'oreficeria. Ma soprattutto di favolosi campi di diamanti sotto le distese gelate dell'Artico russo. È lì che ha fatto la sua fortuna Lev Leviev, nato in Uzbekistan da una povera famiglia di ebrei ortodossi. Adesso compete sulle migliori piazze del mondo - Londra, New York, Dubai, ora Mosca - con Graff e De Beers, le massime potenze planetarie delle gemme. La sua irruzione in questo business miliardario ci riporta dritti dritti all'universo degli oligarchi.

La polizia era già schierata sulla pista in attesa quando a metà marzo del 2003 il Gulfstream 2000 di Lev Leviev atterrò all'aeroporto di Kiev, la capitale dell'Ucraina, dopo tre ore di volo da Tel Aviv. Ma gli agenti non erano lì per arrestarlo, come è frequente che accada con i ricchi russi.



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